E anche quest’anno è Natale.
Questo momento è straniante ogni anno: le ore non passano mai, e 365 giorni volano in un soffio.
E’ il primo Natale che sento tale (perdonatemi il gioco di parole) da tanti anni; sarà grazie a Pu, ma quest’anno lo spirito natalizio si è impadronito di casa nostra.
Ho progettato le decorazioni da settimane e abbiamo finalmente finito.
E’ il primo Natale nella casa nuova, e per fortuna l’uomo nero quest’anno è con noi e non in giro per il mondo.
Abbiamo fatto un albero bellissimo
E appese tante decorazioni su una cordina rossa. Fatte a mano da me e da Pu.
C’è Babbo Natale con la barba di cotone.
La palla di Natale che abbiamo fatto l’anno scorso all’asilo di Pu.
E qualche immancabile cineseria.
Ci sono le lucine sul terrazzo (finalmente HO un terrazzo e posso metterci le lucine!!)
La neve sulla finestra.
E un albero di Natale speciale.
Anzi due.
E poi vabbè, il calendario dell’avvento, che dovevamo pagare dazio a Peppa Pig in qualche modo; me la sono cavata con 1 euro e 60.
Io non sono credente, ma ho trovato un giusto compromesso per il presepe, quello che facevo sempre da bambina, vi piace?
Tutti rigorosamente originali anni ’80!!
E abbiamo già ricevuto la visita del piccolo aiutante di Babbo Natale!
E’ il primo Natale senza mia nonna, ma anche negli ultimi due, era come se non ci fosse più.
E’ il primo Natale sereno da molti anni, anche se ancora qualcosa manca, ma siamo tutti insieme e dobbiamo già essere felici così.
Attendo con ansia questa sera, quando metteremo il latte e biscotti per Babbo Natale e l’insalata per le renne.
I ruoli si sono invertiti, e ancora devo imparare ad indossare questi nuovi panni; riassaporare la magia ma dalla parte opposta, facendo tutto quello che posso per crearla e farla durare a lungo. Imparare i trucchi del mestiere per non farmi scoprire, e leggere nei suoi occhioni la meraviglia la mattina di Natale, quando troverà tanti pacchi desiderati sotto l’albero, i biscotti mangiucchiati, il latte bevuto e l’insalata rosicchiata.
Voglio che il mio bambino resti bambino per tanto tempo, come lo desideriamo tutte credo.
E sono felice di calarmi di nuovo in questo spirito, commerciale e consumistico quanto volete, ma così magico e speciale che mi ero dimenticata.
Perché la magia non fa più parte delle nostre vite frenetiche, subissate di pensieri, stress, conti che non tornano, stanchezza e pochi slanci.
Tutto questo non voglio più perderlo; l’ho riacquistato insieme a un nano di due anni, che si sveglia col sorriso anziché senza parlare come faccio io finché non bevo un caffè, che al mattino alle 7 ha voglia di giocare ai pirati, che salta di gioia ogni volta che vede un Babbo Natale in pubblicità, che non si stanca mai di ridere, correre, curiosare, chiedere, imparare.
Credo che alla fine della fiera i figli servano a questo, non tanto a ritrovare il fanciullino pascoliano che è dentro di noi, quanto a riavvicinarci all’essenza più pura della vita, alle cose che contano davvero.
In questo io sento che ho solo da imparare da Pu, e mi metto in ascolto e lo assecondo il più possibile, scacciando la parte noiosa e razionale di me.
Da quando c’à Pupi amo uscire quando piove, per vederlo trotterellare sotto il suo ombrello di Cars, un funghetto spuntato grazie alla pioggia, e saltare nelle pozzanghere (many thanks Peppa Pig) così contento, e chissenefrega dei vestiti sporchi di fanghiglia; ho imparato di nuovo ad amare il mare d’inverno, per raccogliere sassi e bastoncini portati dalle onde da mettere nel presepe; ho scoperto che una freccia può diventare una bacchetta magica oppure una tromba, e che basta un cappello di giornale per diventare Robin Hood. Che un pomeriggio può diventare speciale grazie ai timbrini o agli attacca-e-stacca, basta farlo insieme, raccontando storie e condividendo momenti preziosi, esclusivi, solo per noi.
Questo è il Natale che dovremmo santificare tutti i giorni, senza retorica e con tanto amore.
Buon Natale a tutti.